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Gina Del Vecchio festeggia le 100 primavere con due sindaci

Se la storia siamo noi – siamo tutti noi come canta Francesco De Gregori – ci sono storie lunghissime, storie che attraversano gli anni e le stagioni, diamanti al vetro da tagliare, rocce che sfidano il tempo, il vento, il mutar dei cieli e delle stagioni. La storia oggi é quella di Gina Del Vecchio, Luigia all’anagrafe. Ieri ha tagliato le 100 primavere, circondata dall’affetto infinito dei propri cari, abbracciata da due diversi sindaci e nella gioia dei tanti che hanno avuto modo di conoscerla anche all’interno dell’RSA dove é ospite.

Gina nasce a Villastrada di Dosolo, secondogenita di una modesta famiglia di tre figli, il 6 maggio del 1924. Una piccola frazione di campagna quella che le ha dato i natali, a vocazione quasi esclusivamente agricola, di un migliaio di anime. Frequenta le elementari e dà una mano alla mamma in casa, mentre impara cucito e ricamo.

Il papà Cesare non é contadino, é un bravo muratore, capocantiere di una piccola impresa edile del paese, mamma Aldina (Alda all’anagrafe) un’ottima sarta e ricamatrice: le fa apprendere (come a tante altre ragazze del paese) l’arte del ricamo che può sempre servire nella vita. La vita corre relativamente tranquilla per la famiglia Del Vecchio, senza particolari problemi. All’arrivo della guerra il maggiore dei fratelli di Gina, Pierino (Pietro all’anagrafe) viene arruolato in Marina. Vi rimane per poco tempo, e sino alla nascita del figlio, per poi fare ritorno verso la bassa. La sorella minore invece, Bice, si sposa giovanissima e si trasferisce a Milano.

A 24 anni, nel 1948, anche Gina si sposa. Marito diventa Alberto Taracchini di Rivarolo del Re. Fatale fu la balera, dove i due si conobbero. Era il passatempo di allora, ascoltar musica, ballare e magari innamorarsi come successe a Rivarolo del Re. Ci si arrivava nei fine settimana in bicicletta, sulle sterrate di campagna. Erano i tempi della ricostruzione, la guerra alle spalle e tantissima voglia di andare avanti. Da quel matrimonio del 1948 e dopo il trasferimento a Rivarolo del Re, il paese di Alberto, nascono Luciano (conosciuto a Casalmaggiore, per tanti anni direttore amministrativo della Casa di Riposo Busi) e Augusta. Gina si dedica con immenso amore a loro, ma nello stesso tempo e con la stessa energia riesce a dare una mano al marito che, attiguo alla casa, gestisce un negozio di idraulico.

Non fa mancare nulla ai figli Gina, vive per loro, li alleva con infinito amore. Ogni soldo che riesce a mettere da parte é per loro. Nel 1960 decide che é tempo, anche per avere una vita più agiata e maggiori disponibilità, di intraprendere una propria attività commerciale e apre un negozio di frutta e verdura che gestirà sino a metà degli anni ’70. Non è per nulla semplice: i figli piccoli da accudire, Alberto da aiutare e l’ortofrutta da portare avanti, con gli approvvigionamenti e tutto quel che ne consegue. Ma lei – nel fiore degli anni – é una roccia, diamante che taglia il vetro, una vera e propria instancabile forza della natura.

Negli anni 80 termina la casa a Rivarolo del Re, quella che aveva sempre sognato. E lo fa con orgoglio perché quella casa é fatta dei suoi risparmi, della sua forza e del suo coraggio. Nel 2002 Alberto si spegne. Lei decide di continuare a vivere in quella casa di Rivarolo.

Forte coma pietra posta a testata d’angolo, nessuno ricorda con lei uno screzio o una discussione: il suo carattere è sempre stato mite e gioviale e a Rivarolo si fatica a dimenticare il filos davanti alla sua casa, filos che la vedeva coinvolta: una decina di persone, le chiacchiere serali, la voglia di stare insieme nella maniera più semplice e immediata con le persone, non dimenticando mai di guardare negli occhi e di sorridere. Tante parole, nel tempo in cui il sole cade giù. L’empatia e la simpatia di una donna fuori dal comune e le amiche che sono rimaste a Rivarolo che ancora parlano di lei con una certa malinconia.

Gina é rimasta autonoma sino a quattro anni fa. Ed ora é al Busi, costantemente seguita, e coccolata, ed amata da una famiglia forte, anzi fortissima proprio come lei. Il sangue, tutta questione di sangue. A farle festa oltre ai familiari, il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni e quello del suo paese adottivo, Rivarolo del Re, Luca Zanichelli. “Festeggiare la bisnonna Gina – ha detto Luca –  è stata un’emozione forte, come sempre impeccabile l’eleganza e la accuratezza del make-up, sorridente e pronta alla battuta. Auguroni carissima Gina, abbraccio da tutta la Comunità di Rivarolo del Re ed Uniti“.

Luigia Delvecchio ha compiuto 100 anni in la Fondazione Busi, la signora, ancora assai lucida e arzilla, di Rivarolo del Re, ma con figli, nipoti e bisnipoti residenti a Casalmaggiore, ha festeggiato assieme ai parenti, agli altri ospiti, dipendenti, al parroco, a me e al collega Luca Zanichelli“. E’ stata una bella festa insomma, strameritata.

Forte come la roccia, impeccabile, piccolina, sorridente. Ed anche da parte nostra i migliori auguri di buon compleanno per queste 100, bellissime e dolcissime primavere.

Na.Co.

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